martedì 22 settembre 2009

pari dignità...

Questa notte penso a Teresa… alle sue dolci parole sull’inutilità della guerra.
La sua fermezza nel sostenere le sue motivazioni, la nascita di Emergency. Il mio pensiero va inevitabilmente ai professionisti della folgore caduti a Kabul. Non parlo di eroi… lungi da me un termine simile. Ricordo bene il dolore e la rabbia per gli operai della Saras ma non sputo sul Tricolore che avvolge questi uomini al loro rientro in patria. Possa essere la loro coperta di Linus in un mondo di pace.
Vorrei sicuramente urlare Pari Dignità davanti alla morte.
Vorrei che per ogni monumento ai caduti in guerra ve ne fosse uno che ricordasse le morti bianche.
Teresa conosceva bene le profondità dell’abisso chiamato guerra… Noi tutti conosciamo bene il numero dei morti nei cantieri, spesso figli di un ipocrisia all’apice. La nostra lotta sarà perenne e ogni nome dovrà essere ricordato con la Medesima Onorabilità.
I responsabili continueranno ad esistere fin quando una sola stella continuerà a brillare. Il nostro sdegno non fuggirà al loro sguardo.
Adesso la tenerezza di Teresa mi porta con se… in un luogo chiamato Kabul, qualcuno la chiama missione di pace… ma i morti di ieri, oggi e domani saranno numeri di matricole smembrate e decedute in guerra.
Amo il mio Paese e non posso essere indifferente davanti a questo evento luttuoso, tutti figli del medesimo tricolore, liberi di librarsi in volo con lo stesso aquilone.
ELSA

10 commenti:

Elsa ha detto...

... trovare un senso dove non esiste è un impresa ardua.
Alle morti bianche, a quelle esplose per mano di 150 kg di esplivo.
PARI DIGNITA'... il senso che Vorrei.

frank ha detto...

non so, comunque sia esistono sempre dei morti più importanti di altri. se i sei parà non fossero stati italiani forse non avremmo nemmeno avuto la notizia dell'attentato. così come le altre venti persone morte insieme ai parà non sono che una nota a margine, su cui non vale la pena di soffermarsi più che per completezza di cronaca: già, loro non erano italiani. nemmeno il papa, che si definisce cattolico, cioè "universale", spreca parole per loro. venti afghani non valgono sei italiani. un'equazione che ricorda le rappresaglie naziste.

jasna ha detto...

Come ti do ragione , cara Elsa. la guerra è voluta dai potenti, per mantenere in piedi quelle schifose fabbriche di missili, pistole, e bombe. ma alla fine dopo le polemiche che non servono a nessuno , perché lor signori hanno deciso così... rimangono queste bare ricoperte dal tricolore ... a farci ricordare che all'interno ci sono padri e figli che non rivedremo più. mi auguro che chiunque abbia subito la morte sul proprio corpo ... soldato o lavoratore... abbia prima o poi una giustizia ferma e capace... perché così deve essere.

Sileno ha detto...

Oggi viviamo e siamo marionette di una società mediatica, nella quale è importante lo "scoop", il colpo ad effetto che penetra le tue difese e nel varco creato ti possono vendere qualcosa, l'etica oggi non è più un valore, ma solo un freno inibitore da cancellare.
Provo disagio vedere come le persone siano inconsapevolmente manipolate in qualsiasi circostanza.

3fix ha detto...

Ciao, Elsa. La morte è sempre un argomento delicato, e tu hai trovato parole gentili per parlarne. Credo che alla fine non c'è un senso, e le vittime, senza distinzioni o fazionismi di sorta, sono anche i figli, le mogli e tutti i parenti stretti, perché insieme ai morti, un po' muoiono, sempre, anche i vivi... Funerali di stato, medaglie al valore, encomi, belle parole di cordoglio serviranno a quel bambino che tra la folla cercava il padre? Nonostante tutto a un "eroe" morto, io, continuo a preferire un vigliacco ancora in vita.
ciao.
Efisio

Elsa ha detto...

@ Efix

Dear la penso come Te.
Grazie per le arole gentili.

@ Tosos

io leggo moltissimo e mi soffermo sul numero dei morti civili e non che stanno dall'altra parte. Considero il tutto un immane sciagura.
Anche il clochard al quale mi ero affezionata avrà sempre un posto dentro me... Mario era un adorabile vigliacco pieno di vita, investito da un auto mentre si era assopito per la notte ai bordi della sua aiuola.
Nessuno ha mai pagato per quella vita... preziosa tanto quanto il suo mistero.
A me dello scoop non me e fotte nulla, scrivo solo quello che sento e non ho timore di essere giudicata ( importante è che non lo faccia io con altri), lascio ad altri quest'onere o piacere.
PARI DIGNITA' SEMPRE .
Elsa

Andrea De Luca ha detto...

bellissima riflessione elsa

Riccardo Uccheddu ha detto...

Parole sante, Elsa!
Certe "missioni" sono solo la classica foglia di fico per coprire interessi economici e mire imperialistiche.
Poi, sono sempre ragazzi che vanno sotto le armi perchè non trovano uno straccio di lavoro, che muoiono.
Vanno soldati per il pane, non per fare gli "eroi."
Ma ricordiamo anche quelli che per fare arrichhire dei personaggi senza scrupoli, muoiono o restano mutilati sul posto di lavoro!
Di quelli i tg si "liberano" con un servizio di 2 minuti. O anche meno...Un caro saluto
Riccardo

riri ha detto...

..trovare un senso..
un saluto caro

Paolo Falconi ha detto...

Che sia la morte di un lavoratore o quella di un soldato, e oggi i soldati sono lavoratori, così come i lavoratori sono anche soldati, l'importante è indignarsi ...sempre,
non farsi scivolare le notizie, come quelle di cronaca rosa.

Un saluto a Te
Elsa
è alla tua
capacità
di indignarti !