Al pub aspettavano Rachele per le prove. Non avevo più avuto sue notizie, nessuno l’aveva più sentita. Marco era ritornato a Londra, le sue telefonate erano spesso cupe e umide. Un po’ come l’aria londinese.
Quella mattina persi l’ennesima battaglia con la mia inseparabile compagna di lotte… la sveglia!!!
Erano le sette, mi recai in cucina e mi preparai il più velenoso dei caffè… Squillò il telefono, vista l’ora… rispondo con voce incerta, era la figlia dei fiori… Sorrido e sono felice di sentirla. Avrei mille domande da farle… ma non ne ho il tempo. Mi chiede come sto, mi dice che sta benone.Mi chiede di Marco, le chiedo perché non lo chiama, mi dice che è una storia lunga... mi chiede di salutarlo per lei. A presto… riesco a pronunciare piano due parole. Allora quella di Rachele non era stata una fuga… ma la reale volontà di staccare con tutto per un po’. Chiamo Marco, gli spiego… rimane turbato. Io conoscevo Rachele e sapevo che nella vita non avrebbe permesso a nessuno di mettere in discussione il suo volere. Sapevo della sua immensa bontà, ma in amore era da tempo che non apriva il suo mondo. Forse non era arrivato il momento neppure con Marco. Mi sorprese una cosa però, era la seconda volta che andava in montagna in pochi mesi… non osai andare oltre con il pensiero. Basta vagabondare con la mente. Non oggi, l’alba sulla panchina mi aveva temprato almeno per un po’… Spesso facevo un passo avanti per poi trovarmi due passi indietro. Ho sempre pensato prima agli altri piuttosto che a me, non sono mai stata un egoista e al denaro non ho mai dato tanta importanza… i miei valori sono sempre stati altri. Forse è per questo motivo che l’altra notte i grilli cantavano sui miei pensieri. Avverto il bisogno fisico di sbattermi sul lavoro. Non volevo dar modo alle mente di valicare oltre. La mia era una fuga. Si può scappare in tanti modi senza che nessuno se ne accorga, essendo fisicamente presenti, basta essere consapevoli e non ipocriti. Non volevo soffermarmi su me stessa… ho finito tardissimo tutte le sere e fuori dal lavoro sono stata spesso al campo rom. I bimbi seguono la scuola con profitto e aspettano l’estate per tuffarsi in acqua. In effetti questo freddo inizia a stremare anche me. Il mare ha un colore tremendamente azzurro iceberg, l’idea di un immersione mi sfiora appena. Avevo programmato un week and all’insegna dell’ozio… tenere tutto in standby. Il video citofono si illumina. Sono le tre del pomeriggio… ciondolo scalza dentro ai miei jeans fra punti di vista e cose inutili, con i capelli sistemati in un rigoroso disordine. Suonano ancora con insistenza… è Marco. Gli corro incontro, mi afferra e mi solleva, le mie gambe gli cingono i fianchi. All’improvviso la carica di una mandria di bufali… in seguito il caldo della savana. La mia irrequietezza impediva una qualsiasi direzione… deriva gioiosa perché alquanto inattesa.
Ritrovo il mio sguardo calmo, olimpico, profondo, capace di ipnotizzare anche me stessa. Mi commuove un sospiro, ritrovo l’essenza, tengo stretta la mia conchiglia e sorrido nell’attimo in cui ho quel che desideravo... La libertà da un sentire asettico e pragmatico… da tutto ciò che non mi appartiene. Il suo respiro mi naviga dentro, leggero mi marca stretta, le mie mani solcano il suo mare… ora lentamente, adesso in profondità. Sussurra il mio nome, ancora e ancora... mentre disegno sulla sua pelle la volontà di crederci, trasuda un' emotività nuova capace di sedurre, eccitare e forse amare. Londra era distante... altrove l'umido del Tamigi.
Quella mattina persi l’ennesima battaglia con la mia inseparabile compagna di lotte… la sveglia!!!
Erano le sette, mi recai in cucina e mi preparai il più velenoso dei caffè… Squillò il telefono, vista l’ora… rispondo con voce incerta, era la figlia dei fiori… Sorrido e sono felice di sentirla. Avrei mille domande da farle… ma non ne ho il tempo. Mi chiede come sto, mi dice che sta benone.Mi chiede di Marco, le chiedo perché non lo chiama, mi dice che è una storia lunga... mi chiede di salutarlo per lei. A presto… riesco a pronunciare piano due parole. Allora quella di Rachele non era stata una fuga… ma la reale volontà di staccare con tutto per un po’. Chiamo Marco, gli spiego… rimane turbato. Io conoscevo Rachele e sapevo che nella vita non avrebbe permesso a nessuno di mettere in discussione il suo volere. Sapevo della sua immensa bontà, ma in amore era da tempo che non apriva il suo mondo. Forse non era arrivato il momento neppure con Marco. Mi sorprese una cosa però, era la seconda volta che andava in montagna in pochi mesi… non osai andare oltre con il pensiero. Basta vagabondare con la mente. Non oggi, l’alba sulla panchina mi aveva temprato almeno per un po’… Spesso facevo un passo avanti per poi trovarmi due passi indietro. Ho sempre pensato prima agli altri piuttosto che a me, non sono mai stata un egoista e al denaro non ho mai dato tanta importanza… i miei valori sono sempre stati altri. Forse è per questo motivo che l’altra notte i grilli cantavano sui miei pensieri. Avverto il bisogno fisico di sbattermi sul lavoro. Non volevo dar modo alle mente di valicare oltre. La mia era una fuga. Si può scappare in tanti modi senza che nessuno se ne accorga, essendo fisicamente presenti, basta essere consapevoli e non ipocriti. Non volevo soffermarmi su me stessa… ho finito tardissimo tutte le sere e fuori dal lavoro sono stata spesso al campo rom. I bimbi seguono la scuola con profitto e aspettano l’estate per tuffarsi in acqua. In effetti questo freddo inizia a stremare anche me. Il mare ha un colore tremendamente azzurro iceberg, l’idea di un immersione mi sfiora appena. Avevo programmato un week and all’insegna dell’ozio… tenere tutto in standby. Il video citofono si illumina. Sono le tre del pomeriggio… ciondolo scalza dentro ai miei jeans fra punti di vista e cose inutili, con i capelli sistemati in un rigoroso disordine. Suonano ancora con insistenza… è Marco. Gli corro incontro, mi afferra e mi solleva, le mie gambe gli cingono i fianchi. All’improvviso la carica di una mandria di bufali… in seguito il caldo della savana. La mia irrequietezza impediva una qualsiasi direzione… deriva gioiosa perché alquanto inattesa.
Ritrovo il mio sguardo calmo, olimpico, profondo, capace di ipnotizzare anche me stessa. Mi commuove un sospiro, ritrovo l’essenza, tengo stretta la mia conchiglia e sorrido nell’attimo in cui ho quel che desideravo... La libertà da un sentire asettico e pragmatico… da tutto ciò che non mi appartiene. Il suo respiro mi naviga dentro, leggero mi marca stretta, le mie mani solcano il suo mare… ora lentamente, adesso in profondità. Sussurra il mio nome, ancora e ancora... mentre disegno sulla sua pelle la volontà di crederci, trasuda un' emotività nuova capace di sedurre, eccitare e forse amare. Londra era distante... altrove l'umido del Tamigi.
Elsa
20 commenti:
"perchè alle volte la paura d'amare ci rende sterili." Elsa
L'Amore è la cosa piu' bella
che ci possa capitare nella vita
e dobbiamo viverlo sempre fino in fondo....
Un bacio
Ornella
Alle volte si tocca il fondo... e si vorrebbe rimanere li, la riva diventa una barriera di protezione da non valicare.
In amicizia , come in un rapporto a due, ma sopratutto con noi stessi.
Sai la cosa che fa male? E' quando l'amore finisce e rimane solo un po di tenerezza e qualche candida carezza, proprio come dice DE Andrè..
Ha ragione comunque Ornella, l'amore va vissuto tutto, senza aver paura..
Capisco bene mia cara, alle volte si ha paura delle felicità si tentenna, si indietreggia ma poi non si può sfuggire all'amore...e se no che gusto ha la vita?!?
Un abbraccio e grazie :)
alle volte una fuga ci rende più sicuri?
Scrittrice!
Ciao Elsa, al di là del tuo racconto, scritto con la solita enfasi, :-) credo sia difficile correre via dall'amore, a volte si prova a farlo, ma poi si torna indietro..
come il mare, come un'onda anomala che arriva e tutto porta via, il pensiero è libero di volare... anche quando sembra di aver toccato il fondo, basta una piccola spinta e si è di nuovo lì a respirare acqua salata..
un kiss
Quant'è vero quello che dici:perchè alle volte la paura d'amare ci rende sterili." La paura ti fa frenare la voglia di lasciarsi andare e così corri il rischio di perdere tutto!
Non si deve fuggire dall'amore; farlo é come fuggire un po' da noi stessi. Ed entrambe le fughe sono sbagliate e ci danneggiano.
Un bacio Elsa
Daniele
Mai cara dipende, io sono fuggita, o meglio ci ho provato ma il mio lui me lo ha impedito e ne sono lieta perchè se no ora non sarei così felice...
Mio padre mi diceva sempre che nella vita bisogna rischiare se no non si conclude nulla per la prima volta lo sto facendo, non con incautela, non sarebbe da me, ma ci provo, te lo consiglio e ti abbraccio, certo fuggendo evite le delusioni ma ti perdi anche i dolci fremori :)
mi considero eternamente in fuga:)
Sono senza parole.. amo infinitamente come descrivi le tue emozioni... me le sento addosso come un vestito bagnato. quando inizio a leggerti non riesco a smettere arrivo alla fine con la gola arsa. scrivici un libro io sarei la tua prima fan... un bacio grosso grosso. J.
Ti scrivo poco, ti leggo assai....
Grazie delle tracce che lasci sull'isola :-)
Un bacio
:) com'è uno sguardo olimpico?
è... fiero, immenso, è olimpico.:)
da vincente...
che bello!!
L'amore va vissuto senza troppi ragionamenti facendosi solo trasportare dalle proprie emozioni altrimenti diventa un'amore troppo razionale privo di quelle emozioni necessarie alla propria sopravvivenza.
Un saluto Elsa e buona domenica!
sono d'accordo con te...
ma alle volte non è così semplice, perchè magari porti con te una sofferenza che non vorresti riprovare:)
Elsa solo ora ho trovato il tempo necessario per rituffarmi nel tuo mare di emozioni e sentimenti travolgenti che, nonostante la mia età, riesci sempre con i tuoi scritti a farmi rivivere.
Lasciarti travolgere senza paura, solo così la sua onda potrà cancellare la sofferenza che porti dentro e che non vorresti riprovare
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