domenica 18 maggio 2008

riflettere....

" Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo
Ogni ago scintillante di pino
Ogni spiaggia sabbiosa
Ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri
Ogni insetto ronzante è sacro
Nella memoria e nell'esperienza del mio popolo
La linfa che circola negli alberi
porta le memorie dell'uomo Rosso".

Lettera del 1855 del Capo della tribù dei Duwanish al presidente U.S.A Franklin Pirce.

ps Un dono della domenica che spero vi sia gradito e che possa portare tutti noi a riflettere sulle
minoranze etniche ricche di grandi verità e grande saggezza.

10 commenti:

Nella ha detto...

Si fa riflettere molto .. parole piene di significato!!!

Buona domenica Elsa ...

veronica ha detto...

Che bello...siamo tutti uomini, tutti uguali: amiamo il mondo e dobbiamo capire che sono le nostre scelte a renderlo più bello.
Buona domenica Elsa.

Anonimo ha detto...

Ciao Elsa, noto con piacere che dopo lunghe assenze ti rifai alla grande :-)
La questione dei pellerossa è una delle pagine più tristi della storia umana. Quando l'Europa iniziò ad invadere il continente europeo, distrusse alcune civiltà millenarie, sfoggiando tutta la crudeltà di cui l'uomo è capace quando si trova nella posizione di avidità. La gente pensa che oggi si sia risolto tutto con un colpo di spugna, tante belle parole... ma quelle terre sono disseminate di cadaveri, morti in nome di una follia chiamata guerra e di un'utopia chiamata oro.

Elsa ha detto...

Cesco...mi comprendi al volo...
è cambiato solo il nome...
ieri oro...oggi petrolio...e poi ancora oro...e poi ancora....
grazie ...hai capito tutto ciò che avevo dentro?????????
si.....

silvano ha detto...

Le minoranze sono la cartina tornasole del benssere di una società. Quando le minoranze sono maltrattate e discriminate anche la società che le accoglie è in crisi e malata. E' il caso di preoccuparsi.
ciao.

Luca ha detto...

Il senso di appartenenza alla propria terra..descritto in questo modo, bellissime parole.
Ricollegandomi a voi sottoscrivo pienamente ciò che dite. E' cambiato solo il nome, prima oro..ora petrolio..e tutto ciò che ne è conseguito nella storia in loro nome.
Questi sono quei casi per cui ci si può veramente vergognare di appartenere alla razza umana.

Ishtar ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ishtar ha detto...

Sorre
sai che per i "potenti" la saggezza delle altre popolazioni non conta perchè non si può trasformare in ricchezza economica per loro!
Mentre fortunatamente lo ho è per chi come noi ha il rispetto delle diversità e vite altrui, buona serata, io ho appena deciso di staccare!
Riprendo domani, ciao :-)

Giuseppe Scano ha detto...

vuol dire che de Andrè ti ha influenzato tantissimo

<< Gli storici, i popoli, gli stati.

Purtroppo i nostro storici, e non soltanto i nostri, preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali ma in quanto organizzati in nazioni se non addirittura in stato.

Sand Creek, il massacro degli indiani d'America.

La terza canzone sempre della stessa serie “vogliamoci bene”, è su in tentativo di sterminio, questa volta purtroppo riuscito quasi fino in fondo. Sto parlando degli indiani d’America. Piccolo massacro dopo piccolo massacro insomma sono quasi riusciti a sterminarli tutti quanti. I pochi che sono rimasti sono nelle riserve in condizioni abbastanza vergognose. La canzone si chiama Sand Creek e si riferisce ad uno di quei piccoli massacri, dove un gentiluomo, un certo colonnello Civington, con un’accozzaglia di ubriaconi neanche vestiti da soldati, riuscirono a far fuori una cinquantina di vecchi e bambini perché i guerrieri nel frattempo erano andati a caccia del bisonte. Non la vorrei fare tanto lunga, anche perché io riesco ad esternare meglio attraverso le canzoni che non attraverso le chiacchere.

La scoperta dell'America come lutto nazionale indiano.

Voglio soltanto dire però che la sera del 12 ottobre del 1992, non starò certo a brindare al cinquecentenario della scoperta dell’America. Anche perché desidero ribadire e ricordare che non si trattò di una scoperta, casomai di una riscoperta, perché quando Cristoforo Colombo con il solito capello fluente, occhio sognante e piede sicuramente fetente sbarcò sull’isola di San Domingo, c’era una popolazione, c’erano quelli che sarebbero poi stati chiamati Domenicani, ed erano li da circa venti o trentamila anni avevano attraversato lo stretto di Bering insieme a tutti quanti gli altri che sarebbero stati poi chiamati “indiani”.

Quindi la sera del 12 ottobre 1992, almeno per quanto mi riguarda, starò vicino agli indiani e ricorderò insieme a loro quello che loro considerano il giorno del più grave lutto nazionale.
>> continua qui http://tinyurl.com/4ux8p5

Il Mondo Capovolto ha detto...

bellissime parole!!mi piace la tua riflessione Elsa :) siamo della stessa terra!!!tu dove vivi?? :)