...prima vittima dei golpisti a portare in Tribunale i genitori che l'hanno, letteramente, rubata a una donna rinchiusa durante la dittatura militare in Argentina (1976-83).
Maria , in nome di tutti i bambini che hanno vissuto la sua esperienza, oggi chiede (primo caso in Argentina!!!) che la coppia che la "rubò", sia riconosciuta colpevole di sequestro e negazione di identità, e condannnata al massimo della pena...25 anni di galera, peraltro già chiesti dal Pm.
E' una triste storia quella di Maria, simile a tantissime altre, ma che forse avrà la sua giustizia.La sua vera mamma si chiamava Mirta è stata tenuta in vita fino al parto, dopo la sua bimba, è stata affidata a persone vicine al Regime. Niente ha fermato la determinazione di questa trentenne...nipote di tutte le Nonne di Plaza de Mayo...una fra le ritrovate. Il mio Augurio è che la condanna per ciò che le è stato tolto sia esemplare.
Ps....Sono stati inflitti 8 anni di galera al finto padre, sette alla finta madre, 10 al militare che condusse la mediazione.
11 commenti:
Ci vorrebbero più persone come queste, ma sempre meglio che nessuno!
Ogni tanto un pò di giustizia non guasta dato che le ingiustizie sono all'ordine del giorno...
luchar hasta siempre, hasta la verdad y la justicia!
Buona domenica sorre mia :-)
Quando in Argentina cadde la dittatura ed il mondo assistette all'orrore che si nascondeva dietro i "desaparecidos", i generali dell'esercito si mimetizzarono per poter rientrare al potere da dietro le file, cercando di cancellare le tracce dei crimini commessi per "ragioni di stato". A causa di questo purtroppo molti assassini rimangono tutt'oggi impuniti.
Ciao! Sono passato a visitare il tuo blog. E' molto carino e semplice. Non ho capito, e ti chiedo scusa, quale è la "storia di Sardegna" a cui ti sei riferita nel nel tuo commento (forse quella del mare?). Come arriva l'estate pubblicherò anche delle immaggini della costa e del mare. Inserisco il tuo blog tra gli amici, se tu vuoi fare lo stesso.....CIAO!
Ciao sorre ti segnalo questo quotidiano on line sardo di libera e corretta informazione per te che sei sempre aggionrnata:
http://www.altravoce.net/index.html
Ciao :-)
un piccolissima vittoria nel nome di migliaia di desaparecidos
Questa dei figli dei desaparecidos è una vicenda per la quale è difficile trovare le parole. Ormai le esistenze di queste persone son state irrimediabilmente segnate, ma c'è almeno la consolazione che adesso si stia provando a fare qualcosa, ancora poco, per ristabilire la verità e la giustizia.
Proprio su questo tema c'è un film bellissimo, "Figli-Hijos" di Marco Bechis, che consiglio vivamente a chi non l' avesse visto.
É una vicenda che più in generale fa riflettere sulla potenza delle moderne tecnologie del potere, capaci di ridisegnare e rimodellare fino a cancellare del tutto non solo le identità collettive, ma anche quelle individuali, penetrando nell' intimo delle coscienze. Tutto questo attraverso politiche sistematiche eseguite da burocrazie impersonali. Credo che questo sia stato un aspetto determinante in molte delle tragedie del '900.
Ciao
Chissà perché la razza umana è così egoista e crudele. Ogni giorno rimango sempre più basità! Sarà per questo che scrivo libri fantasy, questo mondo proprio non mi piace.
Anche questa storia rientra in unico discorso.un sorriso Holden
http://www.inforegioni.rai.
it/sardegna.htm
Come ti ho detto, si parla di chi tu sai, ciao!
oggi ho saputo che Maria Eugenia ricorrera' in appello, ritiene che la condanna sia troppo lieve. I suoi veri genitori erano operai, delegati sindacale e militanti nel Partito comunista-marxista leninista: a dittatura li porto' via nel febbraio del 1978, quando Mirta era incinta di sei mesi e li trasferi' prima nel campo di sterminio 'El Atletico', poi ne 'El banco'. Per il parto, lei fu portata nell'ospedale militare Campo de Mayo (la principale guarnigione del Paese) e da allora della coppia non si e' saputo piu' nulla.
Nessuna condanna sarà mai troppo lieve per chi si è reso responsabile di simili orrori. Basta pensare a come deve essere morta quella povera donna, senza sapere che fine avrebbe fatto sua figlia, senza sapere se sarebbe mai diventata donna, e con la consapevolezza che si sarebbe persa tutte le gioie dell'essere genitore a causa di bastardi assassini.
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